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Valutazione del rischio amianto


Nella valutazione del rischio per l’amianto occorre tenere in considerazione:
• la natura dei materiali: quelli più friabili tendono più facilmente a rilasciare fibre in aria
• lo stato di degrado dei materiali: quelli più deteriorati rilasciano più facilmente fibre
• l’accessibilità dei materiali: un materiale confinato è meno a rischio di uno “a vista”
• la possibilità che questi siano perturbati: se il materiale è disturbato tenderà a rilasciare fibre.
Andranno considerati tutti quei fattori che favoriscono il rilascio di polvere: agenti atmosferici, correnti d’aria, azioni meccaniche ecc.
Uno dei modi più efficaci di valutare il rischio è quello di effettuare delle indagini che permettono di stabilire la concentrazione delle fibre aerodisperse. I valori di concentrazione si esprimono appunto in fibre per litro ff/l o fibre per centimetro cubo ff/cc.
La normativa italiana detta un limite di esposizione professionale pari a 100 ff/l medie su 8h per tutte le tipologie di fibre. Si tratta di un limite tecnico applicabile alle sole attività di bonifiche,manutenzioni e ai rarissimi caso in cui ci si espone ad amianto naturale.
Esistono norme specifiche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica dei M.C.A. Nelle strutture edilizie, norme emanate con il Decreto del Ministero della Sanità 06/09/94.
Secondo tale decreto è opportuno, nel caso di una struttura edilizia che si sospetta possa contenere amianto friabile, elaborare un “programma di ispezione”.